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GIANGUIDO


PALUMBO


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 Come un pomodoro al sole di sempre

 

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Roma 13 maggio 2000

1,2,3

1
Mosso, mosso, il corpo è mosso, mosso
la testa è scossa, scossa, il ritmo è lento, lento
senza che il fiato, fiato si ricrei e di questo
di questo si tace, si nuoce, si dice
grosso, grosso, si scuote, si sposta, si ferma e muore.

2
Solo così scarica la pelle un elefante sconsolato
pieno di paure e di ansie
appena costretto a scuotersi di dosso polveri accumulate.
Questo ritmo semplice non è senza affanno, senza cura o appartenenza.
Questo sonno mi appartiene e mi consola
di che, di quanto possa insistere, dopo che un fiore sia stato dato.

3
E’ un affare di pochi solitari
una congiunzione favorevole che libera energia
e fagotti in contrappunto appena nati.
Senza questo colpo basso ripetuto non potrei resistere al suo istinto
di fabbrica di pene e di sollievi.
Mi limito a sorridere e aspettare soluzioni
per un piccolo mistero in contumacia.

pagi




Venezia 2006


 

 

Foto e testi di Gianguido PAGI Palumbo
last update: 23/05/2011 11.07.15