Roma 13 maggio 2000
1,2,3
1
Mosso, mosso, il corpo è mosso, mosso
la testa è scossa, scossa, il ritmo è lento, lento
senza che il fiato, fiato si ricrei e di questo
di questo si tace, si nuoce, si dice
grosso, grosso, si scuote, si sposta, si ferma e muore.
2
Solo così scarica la pelle un elefante sconsolato
pieno di paure e di ansie
appena costretto a scuotersi di dosso polveri accumulate.
Questo ritmo semplice non è senza affanno, senza cura o
appartenenza.
Questo sonno mi appartiene e mi consola
di che, di quanto possa insistere, dopo che un fiore sia stato dato.
3
E’ un affare di pochi solitari
una congiunzione favorevole che libera energia
e fagotti in contrappunto appena nati.
Senza questo colpo basso ripetuto non potrei resistere al suo
istinto
di fabbrica di pene e di sollievi.
Mi limito a sorridere e aspettare soluzioni
per un piccolo mistero in contumacia.
pagi |
Venezia 2006
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