Venezia 3 aprile 2000
Perché mi guardi
E’ da poco che ti penso, senza senso
sdraiata immobile al sole, sguardo fisso, corpo dignitoso
comoda in attesa, di che cosa, di che cosa ?
E’ da molto che ti aspetto annoiato, sfibrato
anchilosato in posizione zen, che poi chissà !
Guarda guarda chi arriva :
è da tanto che diceva di arrivare e infine c’è : presente.
Quest’incontri fluttuanti mi divertono
nella loro ingordigia strampalata
come caprette brucanti all’infinito in un tramonto classico
fra campi verdi e templi rosa
quando le nuvole si vestono di blu, di arancio
vezzose e malinconiche
e un po’ di vento le allontana fra i belami di gregge
adolescente.
Un viaggio ancora per morire di vita
per scordare i disagi di oggi
per gioire di sassi levigati dall’inerzia
e scoprire insenature previste ma strane, quasi piatte e uniformi.
Spostamenti di piano, di tempo, di suono
e ancora morbidi aghi di pini
sotto le piante dei piedi, nudi come i corpi da loro sorretti.
L’asfalto brucia nel percorso e per fortuna che c’è il cuoio
l’altra pelle uccisa a nostro uso e consumo
e il mare rimane, acqua bianca e colorata
per accogliere gli orgasmi naturali, solitari o meno, necessari
senz’altro.
Perché mi guardi, lucertola di maggio
mentre raccolgo menta, alloro e salvia
a insaporire i pezzi di una carne abituale ?
Dopotutto che fortuna che hai !
pagi |
Lazio 2006
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