Venezia 5 maggio 2000
Fucsia
Non ti guardo più col gomito appoggiato
e la mano sotto il mento,
quasi a sostenere i dubbi o la stanchezza.
Mi piace troppo il cielo segreto e distante
per potere accettare solamente il tuo viso vicino,
così concreto e decifrabile.
Ormai gli umani mi deludono, senza vere sorprese.
Aspettiamo da anni i marziani, ma che noia, non arrivano mai.
Sarebbe da vedere : le razze, il razzismo ?
NO ! Siamo uguali ma diversi.
SI però che neri !
Quanti Immigrati volete ? Quanti poveracci potete ?
Basta !! Le nostre Genti non ne possono più!
Egoisti, anche noi una volta ( e dai e dai ).
In quel momento bussò alla porta qualcuno.
Andarono ad aprire assieme, continuando a litigare
e apparve un nuovo essere fucsia, a sei zampe
che emetteva strani suoni e luci e odori
e soprattutto che aspettava tranquillo di entrare.
E dietro, una fila infinita di simili, silenziosi, ordinati
tutti uguali, veramente uguali !
Ammutolirono tutti e d’istinto, per paura e
riverenza,
quasi s’inchinarono dicendo: “Prego”.
La sfilata d’ingresso non finiva mai
e tuttora si aspetta che entrino tutti.
Cerca di capire:
il fucsia non era previsto.
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