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GIANGUIDO


PALUMBO


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 Come un pomodoro al sole di sempre

 

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Bologna , in treno, 8 novembre 2001

Vivere

Di che vivere ?
Di luce, d'aria, di note assolate ?
O di duro lavoro, d'impegno e coerenze ?

Sopravvivermi, pensionato di me stesso ?

Di che gioire ?
Della paternità, della fortuna e i privilegi ?
O della salute, quando c'è… ?
Della bellezza e dell'amore ?

Di che soffrire ?
Della stupidità e dell'ignoranza?
O di tutte le distanze e degli estremi ?

Che aria tira ?
Variabile assoluta:
instabile da Est, calda da Sud, inquinata da Ovest, insipida da Nord.

Le querce intanto rilasciano castagne calde
già cotte dall'afa imprevista
senza mallo, di dubbio gusto, malate dentro.

Ma l'uva è ancora buona
da schiacciare e ubriacarsi a iosa.

Oppi, alcool, polveri, tabacchi, cacai, caffè, te, funghi, foglie
si moltiplicano per stordire il mondo
di sei, sette, dieci, miliardi di esseri, umani o quasi.

Io aspetto ancora e sempre una zaffata
una luce, una linea, un boccone
un sibilo, una parola, uno sguardo
di che, di cui, vivere.

pagi




Palermo 2005
 

 

 

 

 

 

 

Foto e testi di Gianguido PAGI Palumbo
last update: 23/05/2011 11.07.15