La Szymborska nacque in un piccolo
paese della Polonia a Bnin il 2 luglio del
1923 e nel 1931 si trasferì
con la famiglia a Cracovia, città alla quale
è stata sempre legata: vi ha studiato, vi ha
lavorato e vi ha sempre soggiornato, da
allora fino a tutt'oggi. Allo scoppio della
Seconda guerra mondiale nel 1939, continuò
gli studi liceali sotto l'occupazione
tedesca, seguendo corsi clandestini e
conseguendo il diploma nel 1941. A partire
dal 1943, lavorò come dipendente delle
ferrovie e riuscì a evitare la deportazione
in Germania come lavoratrice forzata. In
questo periodo cominciò la sua carriera di
artista, con delle illustrazioni per un
libro di testo in lingua inglese. Cominciò
inoltre a scrivere storie e,
occasionalmente, poesie.
Sempre a Cracovia, Szymborska cominciò nel
1945 a seguire in un primo momento i corsi
di letteratura polacca, per poi passare a
quelli di sociologia, presso l'Università
Jagellonica, senza però riuscire a terminare
gli studi: nel 1948 fu costretta ad
abbandonarli a causa delle sue scarse
possibilità economiche. Ben presto venne
coinvolta nel locale ambiente letterario,
dove incontrò Czesław Miłosz, che la
influenzò profondamente.
Nel 1948 sposò Adam Włodek, dal quale
divorziò nel 1954. In quel periodo, lavorava
come segretaria per una rivista didattica
bisettimanale e come illustratrice di libri.
In seguito si sposò con lo scrittore e poeta
Kornel Filipowicz, che morì nel 1990.
La sua prima poesia, Szukam słowa (Cerco una
parola), fu pubblicata nel marzo 1945 sul
quotidiano «Dziennik Polski». Le sue poesie
furono pubblicate con continuità su vari
giornali e periodici per parecchi anni; la
prima raccolta Dlatego żyjemy (Per questo
viviamo) venne pubblicata molto più tardi,
nel 1952, quando la poetessa aveva 29 anni.
In effetti, negli anni '40 la pubblicazione
di un suo primo volume venne rifiutata per
motivi ideologici: il libro, che avrebbe
dovuto essere pubblicato nel 1949, non
superò la censura in quanto «non possedeva i
requisiti socialisti». Ciò nonostante, come
molti altri intellettuali della Polonia
post-bellica, nella prima fase della sua
carriera Szymborska rimase fedele
all'ideologia ufficiale della PRL:
sottoscrisse petizioni politiche ed elogiò
Stalin, Lenin e il realismo socialista.
Anche la poetessa-Szymborska cercò in
seguito di adattarsi al realismo socialista:
il primo volume di poesie del 1952 contiene
infatti testi dai titoli come Lenin oppure
Młodzieży budującej Nową Hutę (For the Youth
that builds Nowa Huta), che parla della
costruzione di una città industriale
stalinista nei pressi di Cracovia. Aderì
anche al PZPR (Polska Zjednoczona Partia
Robotnicza, «partito operaio unito
polacco»), del quale fu membro fino al 1960.
Tuttavia, in seguito la poetessa prese
nettamente le distanze da questo «peccato di
gioventù», come da lei stesso definito, al
quale è da ascrivere anche la seguente
raccolta Pytania zadawane sobie (Domande
poste a me stessa) del 1954. Anche se non si
distaccò dal partito fino al 1960, cominciò
ben prima a instaurare contatti con
dissidenti. Oggi Szymborska ha preso le
distanze dai suoi primi due volumi di
poesie.
Dal 1953 al 1966 fu redattrice del
settimanale letterario di Cracovia «Życie
Literackie» («Vita letteraria»), al quale ha
collaborato come esterna fino al 1981. Sulle
pagine di questa pubblicazione è apparsa la
serie di saggi Lektury nadobowiązkowe
(Letture facoltative), che sono state
successivamente pubblicate, a più riprese,
in volume.
Nel 1957 fece amicizia con Jerzy Giedroyc,
editore dell'influente giornale degli
emigranti polacchi «Kultura», pubblicato a
Parigi, al quale contribuì anche lei.
Il successo letterario arrivò con la terza
raccolta poetica, Wołanie do Yeti (Appello
allo Yeti), del 1957.
Dal 1981 al 1983, fu redattrice del mensile
di Cracovia «Pismo». Negli anni '80
intensificò le sue attività oppositive,
collaborando al periodico samizdat «Arka»
con lo pseudonimo «Stanczykówna» e a «Kultura».
Si impegnò per il sindacato clandestino
Solidarność.
Dal 1993 pubblica recensioni sul supplemento
letterario del «Gazeta Wyborcza», importante
quotidiano polacco.
Risiede tuttora a Cracovia.
Nel 1996 è stata insignita del Premio Nobel
per la letteratura «per una poesia che, con
ironica precisione, permette al contesto
storico e biologico di venire alla luce in
frammenti d'umana realtà».
Ha anche tradotto dal francese al polacco
alcune opere del poeta barocco francese
Théodore Agrippa d'Aubigné.
Le sue opere sono state tradotte in numerose
lingue. Pietro Marchesani ha tradotto la
maggior parte delle sue raccolte poetiche in
italiano; Karl Dedecius ha diffuso le sue
poesie in tedesco; il Premio Nobel Czesław
Miłosz ha tradotto vari testi in inglese,
seguito poi da Joanna Maria Trzeciak e dalla
coppia di traduttori Stanislaw Baranczak e
Clare Cavanagh.
La sua più recente raccolta poetica,
Dwukropek (Due punti), apparsa in Polonia il
2 novembre 2005, ha riscosso uno strepitoso
successo, vendendo oltre quarantamila copie
in meno di due mesi.
Szymborska preferisce usare il verso libero
nelle sue poesie. Le sue opere sono
contraddistinte, dal punto di vista
linguistico, da una grande semplicità. Il
celebre critico tedesco Marcel Reich-Ranicki
ha affermato: «È la poetessa più
rappresentativa della sua nazione, la cui
poesia lirica, ironica e profonda, tende
verso la poesia lirica filosofica». |